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A cavallo tra il vecchio e il nuovo anno sono partiti i prime tre cantieri delle due principali ciclovie afferenti al Sistema Nazionale Ciclovie Turistiche. Si tratta del primo lotto della Ciclovia Vento/EuroVelo 8 in Lombardia, del primo lotto della stessa ciclovia nel Veneto e del primo lotto della Ciclovia del Sole/EuroVelo 7 sempre in Lombardia. Circa 150 km di ciclabili in totale che entro un anno dovrebbero, e mai come in questo caso il condizionale è d'obbligo, essere messe a disposizioni di residenti, turisti e viaggiatori. Tre cantieri non fanno una prova ma è ipotizzabile che a questi ne seguano molti altri, se non altro perchè di questi lunghi corridoi clclabili se ne parla già dalle leggi di bilancio dello stato del 2016 e del 2017. In realtà oltre a parlarne sono state stanziate cospicue risorse per avviare le varie progettazioni e partire con la cantierazzione dei primi lotti ma i tempi tecnico/amministrativi sono stati terribilmente, ed inspiegabilmente lunghi. Tant 'è che ci sono voluti, appunto. oltre 6 anni per poter avvistare sul terreno le prime imprese appaltatrici. Come sempre in questo paese però la situazione è abbastanza disomogenea sul territorio nazionale. Lo Stato ha delegato le regioni a gestire tutto il processo progettuale e ogni regione si è organizzata, o non si è per nulla organizzata, a modo suo. Chi ha affidato a società in house tutta la gestione delle ciclovie turistiche, chi ha delegato  la pratica ai comuni attraversati dalla nuova infrastruttura, chi ha tenuto per sè il ruolo della stazione appaltante. A questo si accompagna il fatto che alcune regioni non hanno potenziato i relativi uffici tecnici e amministrativi e tutto è rimasto nelle mani di una solo persona che, bontà sua, dovrebbe seguire progetti, organizzare conferenze dei servizi, preparare  pareri e  documenti di gara, e molto altro ancora. Risultato? Alcune ciclovie sono a buon punto, vedi sopra, altre sono in ritardo, altre sono quasi ferme. Non è questo il luogo e il momento di fare una classifica dei migliori ma da oggi in poi ci aspettiamo uno scatto di orgoglio da parte di tutti e una veloce cantierizzazione dei lotti già finanziati di tutte le 10 le ciclovie del Sistema. E i finanziamenti, seppur non sufficienti per completare tutte le opere, ammontano a circa 640 milioni di euro. Ciò detto cosa ci dobbiamo aspettare per il 2023? Dalle informazioni in nostro possesso nella prima metà dell'anno dovrebbero partire ulteriori lotti di Vento e Sole, i primi lotti del GRAB (se qualcuno non si metterà ancora di traverso), forse la  Sardegna e primissimi lotti della ciclovia Tirrenica. A seguire nella seconda metà dell'anno i primi  lotti dell'Adriatica e del Garda. Per le altre si dovrà aspettare ancora un po', così come per i lotti delle  finanziate dal PNRR. Del resto abbiamo aspettato 30 anni, anno più anno meno...

Il 9 agosto 2022 si è concluso l’immaginifico viaggio in bicicletta in Europa centrale di un terzetto composto da Arianna Casiraghi, Daniel Rayneau-Kirkhope, e il cane Zola.

Il viaggio è consistito in percorso che ha riprodotto nella traccia un profilo di bicicletta da vedere sulle mappe oppure da un altissimo drone o da un satellite con un visore GPS (se esiste qualcosa del genere). A parte questa incredibile suggestione bici-cartografica il progetto nasce sulla scia di iniziative benefiche o di promozione scientifico culturale che non sono molto popolari in Italia, ma che sono abbastanza diffuse soprattutto nel mondo anglosassone ovvero pedalare per una causa e magari raccogliere fondi.

Di seguito le parole stesse di Ariana Daniel (e Zola) dal loro sito WEB

◦ Web: https://www.bicycleswillsavetheworld.com/

◦ Instagram: https://www.instagram.com/bicycleswillsavetheworld_/

IL PROGETTO: cosa abbiamo fatto e perché lo abbiamo fatto.

Il nostro progetto nasce come reazione all'inerzia politica nei confronti del clima e dell'ambiente, mira a motivare le singole persone ad adottarne stili di vita più sostenibili, in particolare per quanto riguarda le scelte di trasporto. La scienza è chiara: una catastrofe globale si sta già manifestando attraverso ondate di caldo, incendi e sequenze devastanti di siccità e inondazioni, che minacciano la nostra vita. Tuttavia i governi continuano a rimandare i drastici cambiamenti necessari al fine di preservare questo pianeta per noi e le generazioni future. Abbiamo bisogno di cambiamento. Abbiamo bisogno di azione. Se i politici fanno gli stupidi, questo cambia e questo l'azione deve venire da noi, il popolo. Tutti abbiamo l'opportunità di creare un individuo impatto e andare verso uno stile di vita più sostenibile. Un grande passo in questa direzione sarebbe ottenuto riconsiderando le nostre scelte di trasporto comuni e optando per alternative più pulite.

Per promuovere questo cambiamento e dimostrare il meraviglioso potenziale delle biciclette, abbiamo pedalato 7237 km per disegnare la forma di un'enorme bicicletta attraverso l’ Europa centrale. Speriamo che il nostro sforzo un po' folle possa ispirare altri a farlo per abbandonare la propria auto a favore della bicicletta per le necessità quotidiane di trasporto.

Le Ferrovie Dismesse rappresentano in Italia un patrimonio di oltre 5.000 km. Il loro recupero è un tema da sempre caro a FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta che, già nel 2010, aveva realizzato una prima indagine dal titolo Dalle rotaie alle bici[1] con il duplice obiettivo di classificare quanto già in essere e di stimolare decisori politici e amministratori ad attuare scelte per la riqualificazione dei sedimi ferroviari non più in uso e per la loro riconversione in percorsi dedicati al turismo lento.

A 10 anni di distanza una nuova ricerca di FIAB, condotta da Antonio Dalla Venezia (coordinatore regionale FIAB Veneto e presidente del comitato tecnico scientifico di Bicitalia.org), restituisce una fotografia aggiornata da cui emerge un complessivo salto in avanti, con un +60% di chilometri di ferrovie dismesse oggi recuperati e trasformati in ciclabili, passando dai precedenti 640 agli oltre 1.000 km. Recuperare una Ferrovia Dismessa significa, di fatto, tenere viva la memoria e la storia di una infrastruttura pre-esistente, dando nuova dignità a un lavoro realizzato magari oltre settant’anni fa. I progetti di riqualificazione includono sempre il recupero di vere e proprie opere d’arte, come gallerie, ponti, viadotti, caselli e stazioni, che sono un importante patrimonio culturale e architettonico del nostro Paese. Inoltre, indipendentemente dalla nuova destinazione d’uso, riqualificare un tratto di ferrovia consente di evitare il consumo di suolo pubblico vergine: si tratta dunque di interventi nel rispetto dell’ambiente e con un impatto minimo sul territorio. Secondo l’ultima ricerca di FIAB le tratte di ferrovie dismesse riconvertite in ciclovie sono passate da 42 nel 2010 a 57, coinvolgendo tutte le Regioni tranne la Valle d’Aosta e il Molise che, però, hanno solo pochi tratti dismessi e per giunta soltanto di recente.Le regioni più virtuose, ovvero che hanno in assoluto più sedimi ferroviari recuperati e convertiti in percorsi ciclabili, sono il Veneto con 165,5 km (tra cui la tratta Treviso-Colzé di 54 km lungo la ciclovia Treviso-Ostiglia e la tratta di 42 km Calalzo-Cimabanche lungo la Calalzo-Cortina-Dobbiaco), seguito dalla Emilia Romagna con 132,2 km e dalla Lombardia con 121,3. A queste si affiancano regioni che, indipendentemente dal numero di chilometri di ferrovie dismesse riqualificate in ciclovie, hanno dimostrato una dinamicità nel credere fortemente in questo tipo di investimenti. In dieci anni, dal 2010 al 2020, la regione più attiva è stata l’Umbria, da 11 a 73 km con un +564%, seguita dalla Basilicata, da zero tratte recuperate a 41,6 km, ovvero +416%, e dall’Abruzzo (+425%) una volta completato il cantiere in corso lungo la Costa dei Trabocchi. La tratta ferroviaria con più chilometri recuperati è la Godrano-Ficuzza-San Carlo in Sicilia, 62 km convertiti in ciclovia ma che necessitano una maggiore attenzione in termini di interventi di manutenzione e conservazione; seguita in Friuli dalla tratta Tarvisio-Gemona di 58 km lungo la ciclovia dell’Alpe Adria.

“Osservando i dati che emergono dalla ricerca - commenta Antonio Dalla Venezia - si nota che, accanto all’impegno di alcune regioni principalmente nel Nord Italia che possiamo definire storicamente attive e sensibili alle tematiche di mobilità ciclistica e dove si registrano i maggiori interventi, fanno ben sperare anche esempi al Centro e al Sud. In Basilicata sono ampiamente avviati i lavori di recupero di due ferrovie dismesse, mentre in Umbria sono stati stanziati fondi per il completamento della Spoleto-Norcia (7 km in progettazione avanzata tra Casale Volpetti e Serravalle di Norcia) e sono stati avviati i lavori per il recupero di 50 km tra Monte Corona e Fossati Vico nell’Eugubino. È tuttavia un peccato che regioni come Piemonte, Marche, Lazio, Campania, Puglia e Calabria, nelle quali esiste un importante patrimonio di ferrovie dismesse da riconvertire, non abbiamo fino ad ora mostrato un attivo interesse per questa tematica”. I vantaggi diretti e indiretti che il recupero di una tratta di ferrovia dismessa porta con sé sono davvero innumerevoli: valorizzazione di territori minori come paesi di montagna; nuova linfa per una piccola economia locale; supporto concreto al cicloturismo e, perché no, alla mobilità sostenibile quotidiana; incentivo per la ripresa o l’apertura di servizi e attività di accoglienza rivolte ai cicloturisti.

Bici e treno sono i mezzi sostenibili per eccellenza, l’una sulle brevi distante l’altro sulle medie e lunghe. Entrambi hanno una lunga storia alle spalle, ma anche un futuro tutto da sviluppare, come confermato dal Green New Deal europeo di Ursula von der Leyen, che punta sui treni veloci al posto degli aerei nelle tratte continentali – dichiara Alessandro Tursi, Presidente FIAB e Vicepresidente di ECF-European Cyclists’ Federation di cui FIAB fa parte, che spiega: - Ben venga allora il trasporto ferroviario, ma quando è reale trasporto, con corse quotidiane affiancate anche da treni turistici. Una linea ferroviaria, rispetto a una ciclabile, richiede costi manutentivi notevoli per la collettività, non sostenibili ne giustificabili per soli viaggi turistici domenicali o addirittura occasionali. Lasciare una linea ferroviaria per i soli treni turistici, quindi per poche corse nell’arco di un intero anno, significa precludere alla collettività il ben maggiore uso che ne deriverebbe dalla conversione in ciclabile, cioè aperta a tutti e tutti i giorni, a ogni ora del giorno. L’uso ciclabile inoltre permette di accedere al territorio, di viverlo e di rivitalizzarlo in modo continuo, metro per metro, mentre i treni turistici lo rendono visitabile in modo discontinuo, nei soli punti delle stazioni”.


[1] “Dalle rotaie alla bici”: indagine sulle ferrovie dismesse recuperate all'uso ciclistico, a cura di Giulia Cortesi e Umberto Rovaldi, marzo 2011

“20 ciclovie per 20 Regioni” è il titolo dell’opuscolo inviato al Ministero Infrastrutture e Trasporti contenente la nuova mappa Bicitalia 2019

Bicitalia è il progetto per una rete di vie verdi, piste ciclabili e strade a basso traffico da percorrere a piedi ed in bicicletta, che collega le principali città e le più importanti attrazioni naturalistiche e culturali, messo a punto da FIAB - Federazione Italiana Amici della Bicicletta.

L’impegno di FIAB per dotare l’Italia di una rete ciclabile nazionale ha mosso i primi passi a partire dal lontano 2000, inserendosi nel progetto EuroVelo, la rete ciclabile europea sviluppata da ECF-European Cyclists' Federation, di cui FIAB è rappresentante in Italia, e giunge oggi ad una nuova pietra miliare con la pubblicazione della nuova mappa della Rete Ciclabile Nazionale Bicitalia 2019, contenente 20 itinerari nazionali con varianti per circa 20.000 km.

Ecco l'elenco dei venti itinerari illustrati a oggi dalla rete Bicitalia:

  1. Ciclovia del Sole (da Prato alla Drava a Palermo), EuroVelo 7

  2. Ciclovia del Po (dalla sorgente al delta), EuroVelo 8

  3. Ciclovia Francigena (da Como a Brindisi) e varianti storiche del Moncenisio e di Sigerico, EuroVelo 5

  4. Ciclovia Dolomiti – Venezia (dal Brennero a Venezia)

  5. Ciclovia Romea Tiberina (da Tarvisio a Roma)

  6. Ciclovia Adriatica (da Muggia a Santa Maria di Leuca), EuroVelo 8 per il tratto Delta del Po - Muggia

  7. Ciclovia Tibur Valeria (da Roma a Pescara)

  8. Ciclovia degli Appennini (dal Colle di Cadibona alle Madonie)

  9. Ciclovia Salaria (da Roma a San Benedetto del Tronto)

  10. Ciclovia dei Borbone (da Bari a Napoli con variante Matera)

  11. Ciclovia dell’Acquedotto (da Caposele a Santa Maria di Leuca)

  12. Ciclovia Pedemontana Alpina (da Trieste a Savona)

  13. Ciclovia Claudia Augusta (dal Passo di Resia a Ostiglia)

  14. Ciclovia della Magna Grecia (da Taranto a Reggio Calabria)

  15. Ciclovia Svizzera Mare (da Domodossola ad Imperia)

  16. Ciclovia della Sardegna (anello con varianti nell’entroterra), candidata ad entrare in EuroVelo 8

  17. Ciclovia Alpe Adria Radweg – CAAR (da Tarvisio a Grado)

  18. Ciclovia Fano Grosseto

  19. Ciclovia Tirrenica (da Ventimiglia a Latina)

  20. Ciclovia AIDA, Alta Italia da Attraversare (da Susa a Trieste)

La nuova mappa della Rete Ciclabile Nazionale è il frutto del lavoro svolto dai volontari FIAB, grazie alle associazioni locali e ai coordinamenti regionali, e del Comitato Tecnico-Scientifico di Bicitalia, che negli ultimi due anni si è occupato di aggiornare la rete alla luce dei nuovi sviluppi posti in essere dalla nascita del “Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche” (che conta sull’intesa di Stato e Regioni e riguarda ben 8 itinerari nazionali Bicitalia: Ciclovia del Sole Verona-Firenze, Ven-To-Ciclovia del Po, Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, Ciclovia Tirrenica, Ciclovia della Sardegna, Ciclovia della Magna Grecia, Ciclovia Adriatica, Anello del Garda, quest’ultimo recepito come parte della BI12 Ciclovia Pedemontana Alpina). Il CTS di Bicitalia, in particolare, ha definito i criteri di inserimento delle ciclovie turistiche nella Rete Ciclabile Nazionale, esaminandone le caratteristiche di dettaglio (lunghezza e numero di regioni attraversate, qualità, intermodalità, promozione e governance) e verificando la loro presenza o meno all’interno delle pianificazioni regionali.

Le venti grandi ciclovie nazionali Bicitalia, a loro volta, si arricchiscono di varianti e collegamenti “di interesse nazionale”, ai quali sarà data una sigla in futuro una volta pianificati e sviluppato. Ad esempio, le interregionali Ti-Bre Dolce (che attraversa Parma), la Ventimiglia-Cuneo, la via verde Treviso-Ostiglia, Via Flaminia, Vasto-Gaeta e Conero-Argentario, e le regionali lungo i fiumi Adige, Adda, Arno, Marecchia e Volturno.

La nuova mappa Bicitalia è un punto di partenza, e non un punto di arrivo – così Antonio Dalla Venezia, responsabile dell’area cicloturismo di FIAB – , nella speranza che l’Italia possa dotarsi presto di una rete ciclabile nazionale al pari di altri Paesi europei e diventare una destinazione bike friendly. Abbiamo messo davanti a tutto la qualità degli itinerari Bicitalia, la loro sicurezza e la loro attrattività in termini di accessibilità ad un sempre più ampio numero di persone, visto il trend di crescita del cicloturismo che coinvolge soprattutto famiglie e ciclisti non esperti”.

L’edizione aggiornata della mappa Bicitalia 2019 è stata annunciata in anteprima il 23 novembre 2018 in un seminario nel corso della Conferenza Nazionale dei Presidenti FIAB che si è svolta a Cortona. La proposta, illustrata nell’opuscolo “Bicitalia. 20 Ciclovie per 20 Regioni”, è stata successivamente presentata a dicembre dal coordinatore del CTS di Bicitalia, Ing. Giovanni Cardinali, ai dirigenti del Ministero Infrastrutture e Trasporti, che si stanno occupando della rete ciclabile nazionale «Bicitalia» da individuare nell'ambito del Piano Generale della Mobilità Ciclistica ai sensi dell’art. 4 della nuova legge quadro sulla mobilità ciclistica, approvata nel 2018 e fortemente voluta da FIAB.

Secondo Giulietta Pagliaccio, presidente FIAB, “la Rete Ciclabile Nazionale Bicitalia sarà uno strumento fondamentale per promuovere non solo il cicloturismo, ma anche gli spostamenti quotidiani nei tragitti casa-scuola/lavoro e ai fini ricreativi. Una rete efficiente, come auspichiamo sarà Bicitalia, avrà un effetto tangibile anche sulla salute delle persone: cambiare mobilità e seguire uno stile di vita più attivo che può generare risparmi significativi in spese sanitarie, stimati intorno al mezzo miliardo di euro all’anno. Il Governo recentemente ha riconfermato lo stanziamento del Governo precedente sulle ciclovie turistiche, notizia non scontata che salutiamo con soddisfazione. Molto ancora può essere fatto per facilitare la vita a chi si muove a piedi o in bicicletta, se la mobilità attiva diventerà una priorità delle politiche nazionali come già sta avvenendo in altre nazioni europee”.

Link e Documenti

Seminario Bicitalia:

 Opuscolo Bicitalia. 20 Ciclovie per 20 Regioni:

Mappa Ciclovie Bicitalia, formato 1451x2048 pixel

Mappa Ciclovie Bicitalia + rete e connessioni, formato 1451x2048 pixel

Mappa Ciclovie Bicitalia, formato A0 (file pdf 41,3 MB)

Mappa Ciclovie Bicitalia + rete e connessioni, formato A0 (file pdf 41,3 MB)


 

Rete delle ciclovie   Ciclovie e altri percorsi o interconnessioni
Rete delle ciclovie   Ciclovie e altri percorsi o interconnessioni

Al via i lavori del progetto che prevede il riuso come via verde dell'ex ferrovia Verona-Bologna.

A gennaio partiranno i lavori per la realizzazione del tratto della Ciclovia del Sole sul sedime dismesso della ferrovia da Sala Bolognese a Mirandola nel modenese. Il progetto è stato realizzato dai tecnici della Città Metropolitana di Bologna, che ricopre anche il ruolo di coordinamento tecnico nazionale della Ciclovia del Sole Verona - Firenze previsto dal programma governativo del Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche.

I 5 milioni di euro necessari per la realizzazione dell'intervento derivano dalla Legge 221 del 28 dicembre 2015 (Collegato ambientale) e sono state assegnate alla Regione Emilia-Romagna, con l'obiettivo di "incentivare la mobilità sostenibile tra i centri abitati dislocati lungo l'asse ferroviario Bologna-Verona, promuovere i trasferimenti casa-lavoro nonché favorire il ciclo-turismo verso le città d'arte della Pianura padana attraverso il completamento del corridoio europeo EuroVelo 7".
L'accordo riguarda il percorso di 46 km (di cui 32 sull'ex sedime ferroviario) che va da Mirandola a Osteria Nuova (Sala Bolognese) attraversando San Felice sul Panaro, Camposanto, Crevalcore, Sant'Agata Bolognese, San Giovanni in Persiceto, Anzola dell'Emilia. Oltre alla realizzazione di una pista ciclopedonale in linea con gli standard di qualità e sicurezza internazionale, sono previsti anche l'interconnessione con la viabilità esistente, la ricucitura con i percorsi esistenti e con le stazioni ferroviarie, la segnaletica unitaria del percorso.

Un importante passo avanti per il corridoio EuroVelo 7 Sun Route da Capo Nord in Norvegia a Malta, che ha nel tratto italiano (1600 km da Prato alla Drava a Pozzallo) uno dei suoi punti di maggiore attrazione. Fino ad oggi l'itinerario bolognese è stato uno dei punti deboli dell'itinerario per l'assenza di infrastrutture ciclabili. In particolare, due sono le criticità che permangono sul percorso intorno a Bologna. L'ingresso in città da nord con la necessità di un itinerario sicuro finalizzato anche agli spostamenti quotidiani che colleghi l'aeroporto con il centro, passando per l'ambito fluviale del Reno; e il tratto a sud tra Sasso Marconi e Marzabotto dov'è prevista la realizzazione di una ciclabile lungo il Reno. Questi interventi - insieme alla bretella che collegherà Mirandola a Concordia sulla Secchia - fanno, invece, parte del progetto della Verona-Firenze finanziato nell'ambito del SNCT, e ad oggi non è definita la tempistica della loro implementazione.

L'auspicio di FIAB è chiaramente che tutta la tratta Verona - Bologna venga infrastrutturata per ciclisti e pedoni per assicurare un collegamento direttissimo tra Bologna e EuroVelo 8 Bicitalia 2 Ciclovia del Po e con la Treviso - Ostiglia, un'altra via verde realizzata seguendo il filo di una vecchia ferrovia militare.

sala-mirandola

 

Dopo la sentenza della Corte Costituzionale n.74 del 7 marzo 2018 che si è espressa sul bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019, è stato riportato all'ordine del giorno della Conferenza Unificata il Decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti recante “Progettazione e realizzazione di un sistema nazionale di ciclovie turistiche".

Le Regioni hanno espresso l'intesa sull'ultima stesura del provvedimento ma hanno anche consegnato alcune raccomandazioni tra cui:

il prolungamento della Ciclovia Adriatica fino a Santa Maria di Leuca, così come previsto nell’Allegato Infrastrutture 2017 e che venga fissata come terminale nord della stessa la città di Venezia;
che venga previsto, a seguito della modifica del percorso della Ciclovia Adriatica, il possibile incremento delle risorse destinate all’elaborazione del Progetto di Fattibilità Tecnico ed Economica in ragione del prolungamento del percorso della stessa;
- che nel nuovo Allegato Infrastruttura sia precisato il percorso della Ciclovia della Sardegna, attualmente indicato con Sassari-Sassari, con l’effettivo “Cagliari - Bosa - Portotorres - Alghero - Santa Teresa - Dorgali - Illorai - Quartu S. Elena”;
- che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti istituisca con urgenza il tavolo tecnico volto all’attuazione di quanto previsto dalla legge 11 gennaio 2018, n. 2;
- che il predetto tavolo sancisca, tra l’altro, il valore, ai fini dello sviluppo della Rete Nazionale delle Ciclovie Turistiche, delle Ciclovie “trasversali”.

Via libera, quindi, al riparto dei quasi 162 milioni per realizzare le dieci ciclovie di interesse nazionale, bloccato dalla Corte dei Conti che, nel luglio scorso, lo aveva rispedito al MIT, con la richiesta di specificare la distribuzione delle risorse tra la fase della progettazione e quella dell'esecuzione.

Tale supplemento di istruttoria ha comportato un complessivo slittamento di un anno della scadenza massima per completare il progetto di fattibilità tecnico-economica del 100% di ciascun tracciato indicando, contestualmente, "almeno un lotto funzionale immediatamente realizzabile per ciascuna regione della singola ciclovia". Il nuovo termine è, quindi, il 31 dicembre 2020.

Le risorse previste per il sistema delle ciclovie è di oltre oltre 361 milioni di euro tra il 2016 e il 2024, di cui 161,8 milioni nelle annualità 2016-2019, il cui riparto, per ciascuna ciclovia, è oggetto dello schema di DM approvato l'8 novembre 2018. Per quanto riguarda le annualità, la suddivisione comporta 4,78 milioni sul 2016; 50 milioni sul 2017; 67 milioni sul 2018; 40 milioni sul 2019. Il resto del piano prevede 40 milioni per ciascun anno tra il 2020 e il 2024, che saranno ripartiti da un successivo decreto, tenendo conto anche di cofinanziamenti regionali.

Attualmente, però, sono stati erogati solo 4,78 milioni per le quattro amministrazioni capofila che stanno progettando le ciclovie Grab, VenTo, Sole e Acquedotto Pugliese.

Il decreto corretto, a breve disponibile, contiene lo schema di un accordo di programma che ciascuna regione capofila del progetto (e il comune di Roma per il Grab) dovrà sottoscrivere, aggiornando eventualmente il protocollo già firmato in precedenza, entro 90 giorni dall'entrata in vigore del decreto stesso.

Entro il 31 dicembre 2020 (con uno slittamento di un anno rispetto alla precedente scadenza) le regioni capofila dovranno completare il progetto di fattibilità tecnico-economica della rete, applicando i requisiti di pianificazione e standard tecnici indicati in un apposito allegato allo stesso schema di decreto.

 

Raffaele Di Marcello

GT Fiab onlus

Sabato 16 dicembre scorso sono stati consegnati i lavori di costruzione della pista ciclabile sul sedime dell'ex ferrovia Vasto-Ortona lungo la Costa dei Trabocchi. E' l'opera più significativa dell'intero progetto Bike to Coast con il quale la regione Abruzzo si è impegnata a realizzare una ciclabile di oltre 120 km lungo l'intera linea di costa di propria competenza. E' un'opera attesa da tempo, in particolare dalla FIAB, perchè rappresenta un tratto significativo dell'itinerario n. 6 della rete Bicitalia, rete che recentemente il MIT ha richiamato all'interno di recenti documenti ministeriali. Tale Ciclovia, nella tratta Trieste - Gargano, ha avuto il beneficio di ben due finanziamenti ministeriali nell'ambito del Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche per ottenere i quali è necessario che le sette regioni interessate facciano uno sforzo per la condivisione in tempi brevi di un protocollo con il Ministero delle Infrastrutture. Tornando alla Pista dei Trabocchi i cantieri veri e propri vedranno la luce subito dopo le festività natalizie e le opere dovranno essere concluse entro la fine del 2018. La sfida è ambiziosa, così come sottolineato sabato scorso dal presidente della provincia di Chieti (stazione appaltante) Mario Pupillo, ma l'avvio contemporaneo di 4 cantieri distinti dovrebbe garantire il rispetto dei tempi. Presenti all'inaugurazione, a testimonianza dell'importanza dell'opera, anche i past president della provincia di Chieti: Tommaso Coletti ed Enrico Di Giuseppeantonio.

La pista ciclabile da Ortona a Vasto sarà lunga 42 km e larga 4,5 m (compresa la parte pedonale) e attraverserà 9 gallerie e numerosi viadotti. Le opere saranno realizzate da un cartello di imprese locali con la Co.Ge.Pri. srl come mandataria.

Cerimona cantieri Via Verde Costa Trabocchi 16 12 2017 37   BICISTAFFETTA 206 074   Cerimona cantieri Via Verde Costa Trabocchi 16 12 2017 33                                                                                                             

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Era il 2001 quando la Giunta regionale del Veneto destinò i primi fondi per l'acquisto del sedime dell'ex ferrovia militare Treviso-Ostiglia. I beneficiari furono la Provincia di Padova e l'Ente Parco Sile, i quali cofinanziarano l'acquisto con fondi propri. Nasceva in quell'anno quindi l'iter amministrativo per trasformare il sedime ferroviario ormai dismesso dal dopoguerra in una pista ciclopedonale di grande qualità. La cronaca degli anni successivi ci racconta però che non tutti erano di questa idea, mentre il Parco del Sile iniziava a realizzare i primi 10 km, alcuni amministratori padovani  avevano in animo di realizzare al posto (o in adiacenza che poi è la stessa cosa) della ciclabile una "bella camionabile " che, a loro dire, avrebbe risolto i problemi di viabilità nell'alta padovana. La mobilitazione di residenti e associazioni fu immediata e venne imediatamente costituito il Comitato OstigliaCiclabile (presieduto dall'ing. Pino Terralavoro) proprio per scongiuare il grave pericolo e per la realizzazione della ciclabile.. Alcuni amminstratori locali sulla proposta di una nuova strada  vennero messi in minoranza e iniziò un lungo braccio di ferro, a tutti i livelli, che si concluse solo alla fine del 2005 quando la Giunta padovana dirotto su altre opere i 6 milioni che erano stati destinati alla camionabile. La FIAB affiancò da subito il Comitato e insieme vennero organizzate numerose manifestazioni ed iniziative. Da ricordare anche una copiosissima raccolta di firme e una grandissima manifestazione nel giugno del 2005 alla presenza dell'indimenticabile Gigi Riccardi (presidente FIAB di allora) Dal 2006 in poi quindi la sorte del recupero del sedime ferroviario era ormai segnata positivamente. Nel 2012, sotto la presidenza di Barbara Degani, vennero inaugurati quasi 30 km di tracciato nel territorio padovano e lo scorso 6 ottobre, grazie ad un finanziamento regionale, l'apertura del grande ponte ciclopedonale sul Brenta (125 metri di lunghezza per 3 di larghezza) che garantisce la continuità del percorso tra i comuni di Curtarolo e Piazzola sul Brenta. Una festa di popolo, come l'ha definita Corrado Marastoni, rappresentante FIAB al tavolo tecnico regionale della ciclabilità, e una festa anche per tutti noi che ci abbiamo creduto fin dai primi giorni del lontano 2000. A tagliare il nastro assieme alle massime autorità regionali e locali, Il presdiente Luca Zaia in testa, anche il Coordinatore Regionale FIAB Luciano Renier. Appuntamento tra qualche mese per "l'ultimo miglio"  (in realtà è un miglio e mezzo) per rompere l'ultimo diaframma tra la città della Marca e l'avvenire.

La foto di copertina è di Volker Schmidt della FIAB di Padova

Luciano Renier con Luca Zaia, Volker Schimdt con il vessillo Fiab, la manifestazione del 2005 a Camposampiero con Riccardi, Terralavoro e altri 

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 Volker Ostiglia 6 ott 2017

 

 

 

 

 

 

 

Riccardi a Camposampiero x Ostiglia Day del 19 giugno 2005

La ciclovia delle Risorgive corre lungo il canale raccoglitore delle risorgive della media pianura veronese, che parte dal Mincio (Valeggio s.M.) e arriva all'Adige (in localita` Ca’ Bombarda`, punto di confine tra San Giovanni Lupatoto e Zevio posto a 12 km dal centro di Verona) passando nell’ordine anche dai comuni di Villafranca di V., Povegliano V., Vigasio, Castel d’Azzano, Buttapietra.
La sua lunghezza e` di circa 35 km, dei quali i primi 10 km tra Valeggio e Villafranca sono prevalentemete sterrati su panoramici percorsi di campagna mentre i 25 km tra Villafranca e l’Adige sono asfaltati e perlopiu` in pregevole sede propria, percorribili con piacere anche in bdc.

Si tratta di un'opera bella e importante per la mobilità intercomunale e il cicloturismo, che ha mostrato quanto la sintonia di diverse amministrazioni e il pregevole lavoro di progettazione e coordinamento di un Consorzio di Bonifica che non pensa solo all'ordinario ma anche al miglioramento del territorio possano portare a un progetto di qualità e a grandi risultati; è uno schema virtuoso che, per inciso, qui a Verona cercheremo di riavviare nei mesi a venire anche per i progetti Verona-Ostiglia e Villafranca-Sorgà sugli argini di Tartaro e Tione.

Dal punto di vista cicloturistico la ciclovia e` una significativa interconnessione orizzontale tra la ciclopista del Sole (BI1, di cui la Peschiera-Mantova lungo il Mincio e` una componente) e la ciclovia dell’Adige-Isarco, che dai passi Resia e Brennero transitando per Bolzano, Trento, e Verona porta il Nord Europa fino alle spiagge dell’Adriatico di Rosolina mare, a breve distanza da Chioggia.
Nei paraggi di Vigasio la ciclovia incrocia sul Tartaro quella che dovrebbe diventare la Verona-Ostiglia, tassello della nascente ciclovia Verona-Bologna lungo le tracce della Via Claudia Augusta Ostiliense.
Va inoltre aggiunto che a brevissima distanza dal punto di arrivo sull’Adige sta per essere inaugurata anche una passerella ciclopedonale sulla diga Enel (lavoro realizzato da Enel come opera compensativa per la costruzione di una centrale ad acqua fluente sotto la diga) che, tagliando a meta` la lunga distanza tra il ponte di Porto San Pancrazio a Verona e il ponte Perez a Zevio, permettera` un facile passaggio tra le ciclovie delle sponde destra e sinistra dell’Adige con la creazione di interessanti anelli tra i cosiddetti Paesi Adesanti delle due sponde e la valorizzazione del Parco di Pontoncello.

Il 15 ottobre avra` luogo l’inaugurazione della ciclovia per i ciclisti, con partenza alle 9:00 dall’Adige (localita` Ca’ Bombarda`) e arrivo all’ora di pranzo a Valeggio sul Mincio, dove e` previsto un tortellino-party.

 

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Per aggiornamenti:

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Entro l'autunno saranno definitivamente messi a sistema circa 10 chilometri di Ciclovia Adriatica in Comune di Pineto (Teramo). In pratica quasi tutto il litorale del piccolo comune abruzzese sarà costeggiato da una pista ciclabile di qualità che si connetterà con i analoghi interventi già realizzati nei comuni confinanti. Rimane da completare un tratto di meno di 2 km nell'area della Riserva della Torre del Cerrano i cui lavori partiranno dal mese di settembre. Comincia a prendere forma pertanto il grande progetto della regione Abruzzo della "Bike to Coast", una lunga pista ciclabile costiera di oltre 130 km che dal confine con il Molise attraverserà tutta la regione in senso longitudineale fino per raggiungere il Tronto, a confine con le Marche. L'intervento a Pineto dovrebbe fare da apripista all'opera più attesa dell'intera regione: la ciclabile dei Trabocchi, oltre 40 km sul sedime dell'ex ferrovia Ortona-Vasto. Tornando all'oggetto di questo post, l'intervento di Pineto ha permesso di riconnettere, attraverso nuova segnalatica e interventi leggeri di manutenzione, nuovi tratti di ciclabili con opere già realizzate nel passato seconda la logica della massima ottimizzazione dell'esistente.Significativa a riguardo la trasformazione del ponte già esiste sul Calvano (vedi foto di copertina) in ponte dedicato a ciclisti e pedoni. Negli ambiti più delicati l'utilizzo di una pavimentazione drenante (Biostrasse) ha permesso di ridurre al minimo l'impatto della ciclabile. Le opere sono state progettate da un pool di tecnici locali (arch. A. Tursi, ing. E. Ferretti e geom. D. Cesarini) che, per il loro lavoro, si sono ispirati agli standard tecnici di FIAB.

image1  image2  Pineto2    

Pineto4  Pineto Biostrasse  segnaletica ciclabile adriatica

 

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