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E’ notizia di oggi la firma di due ministeri e di 8 regioni sui protocolli d’intesa per la progettazione e realizzazione dei primi tre grandi itinerari ciclabili nazionali (il protocollo relativo al GRAB romano è stato rinviato più avanti). Si tratta della declinazione pratica di quanto previsto nella Legge di stabilità approvata lo scorso dicembre con la quale il Parlamento stanziò oltre 90 milioni, nel triennio 2016-2018, per tale scopo. E’ una data scuramente importante per chi come noi ha speso molte energie sul tema della rete nazionale e dei grandi itinerari italiani ed europei e rappresenta un punto di partenza se si vuole dotare anche l’Italia, così come molti paese europei, di una rete sovraregionale che dialoghi e si compenetri con l’Europa integrandosi con la grande rete EuroVelo. La FIAB è dai primi anni ’90 che “pensa alla necessità di promuovere il cicloturismo in ambito nazionale” dapprima con la proposta della Ciclopista del Sole (ora Ciclovia del Sole) come primo elemento di una futura rete di percorsi ciclabili e poi, con la rete vera e propria denominata Bicitalia. Ad essere precisi nei primi anni del nuovo secolo alla FIAB venne commissionato dal Ministero delle Infrastrutture lo studio di fattibilità della CPS e dall’AICC (Ass. Italiana Città Ciclabili) per conto del Ministero dell’Ambiente lo studio della rete nazionale di percorribilità ciclistica, ma sembra che di questi documenti nei vari ministeri si siano perse le tracce.

Delle tre ciclovie avviate alla fase di progettazione medianti tali protocolli la Verona-Firenze rientra a pieno titolo in quella che è stata fino ad oggi l’unica proposta di rete nazionale a cui molte regioni hanno fatto riferimento, così come la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, mentre la Ciclovia Ven-To, così come affermato recentemente dal prof. Pileri, recupera solo in parte la proposta progettuale della FIAB lungo il Po, avendo successivamente elaborato una proposta autonoma.. Questo significa che le  opzioni in campo possono essere diverse e che all’interno della più ampia pianificazione nazionale, prevista dalla Legge quadro sulla ciclabilità ancora all’esame delle Commissioni competenti, si dovranno trovare i punti di equilibrio necessari per arrivare ad un prodotto finito di grande qualità. Per quello che ci riguarda la FIAB porta in dote alla rete nazionale Bicitalia oltre 20 mila km di ciclovie mappate, 5 mila dei quali corrispondenti ai  tre grandi itinerari EuroVelo in Italia, EuroVelo per la quale la FIAB è Centro di coordinamento in Italia.

Tra gli itinerari principali su cui stiamo ancora lavorando un posto di rilievo spetta alla Ciclovia Francigena,  oltre 1.700 km dalla Svizzera a Brindisi sulla quale alcune regioni, in primis la Toscana, hanno dimostrato di crederci veramente e che potrà rappresentare per l’Italia quello che rappresenta oggi, in termini sociali ed economici, il Cammino di Santiago per la Spagna.

Anche il prolungamento verso Roma, e poi verso sud, della Ciclovia del Sole assume un grande significa nell’infrastrutturazione ciclabile del nostra paese. In questo momento però solo la tratta da Firenze a Roma è all’attenzione delle regioni interessate mentre per la parte verso sud la stagione estiva permetterà ai volontari della FIAB di ultimare i rilievi. Non meno importante è la cosiddetta Ciclovia Adriatica, da Trieste a S. Maria di Leuca (città che diventerà quindi il capolinea di due grandi itinerari nazionali) per la quale ci stiamo impegnando per inserire quella che oggi è una ciclovia nazionale, in parte realizzata, in parte in cantiere (è di questi giorni la notizia che l’Abruzzo ha appaltato tutti i 130 km di propria competenza) e in parte ancora da realizzare, nelle rete delle ciclovie europee attraverso un collegamento diretto con l’Europa centrale. A tale scopo, sul tratto intermedio da Termoli a Rimini, nel mesi di settembre la FIAB organizzerà la sua 18^ Bicistaffetta nazionale.

Per concludere, la FIAB esprime grande soddisfazione per l’avvio di una fase nuova per il nostro paese nella quale si riconosce, finalmente, il ruolo forte, attivo e dirompente della mobilità ciclistica, auspica che la legge quadro nazionale venga approvata rapidamente e con essa lo stanziamento di ulteriori risorse per nuove ciclovie all’interno di un Piano nazionale organico e coerente con le peculiarità del territorio, si aspetta che venga riconosciuto e valorizzato il ruolo delle associazioni, in particolare la nostra, per la condivisione delle scelte future.