Da Coenzo (Pr) a Polesine Parmense (Pr)
Questo itinerario ciclabile lungo l’argine maestro del Po non presenta salite di rilievo ma non è totalmente protetto. Chi volesse tagliare una decina di chilometri può partire da Colorno che ha il vantaggio di essere raggiungibile in treno da Parma. Buono il fondo stradale, quasi sempre asfaltato.
Informazioni
Descrizione
Storica capitale del Ducato di Parma e Piacenza, Parma è oggi sede di una vivace università e, dal 2002, dell’Autorità europea per la Sicurezza Alimentare, omaggio alla vocazione agricola e gastronomica di questo territorio. Il Duomo e il Battistero sono le icone del patrimonio artistico di della città che meriterebbe qualche giorno di visita. Inevitabile cominciare il racconto di questo itinerario da qui, anche se in realtà la pista ciclabile comincia a Coenzo, qualche chilometro più a nord est. Volendo si può affrontare questo piccolo trasferimento anche in bicicletta, percorrendo la ciclabile che attraversa Sorbolo e Chizzola. In alternativa si può accorciare il percorso di una decina di chilometri raggiungendo Colorno in treno.
Coenzo è un piccolo centro agricolo a sud del Po, trampolino ideale per tuffarsi nella campagna della Bassa e pedalare fin da subito nella quiete più totale. La pista sfiora gli abitati di Mezzano Inferiore, Mezzano Superiore, Trai e Copermio, prima di raggiungere la “seconda partenza” di Colorno. Qui ci sono diverse indicazioni che facilitano il ciclista nel seguire la pista e, piano piano, lo accompagnano fuori dall’abitato fino all’argine del Po.
È qui che si entra in una nuova dimensione fatta di piccoli imbarcaderi, postazioni di pesca, banchi di sabbia, piccole spiagge e capanni di associazioni locali da cui, nelle domeniche di primavera, è facile sentire risuonare valzer e mazurke. Una sosta in questi posti, dove spesso si mangia di gusto spendendo il minimo, è un fuori programma che non bisogna lasciarsi scappare. La pista ciclabile attraversa boschi e pioppeti lungo la golena mentre, dall’altra parte, sfilano i campanili di Stagno e Roccabianca. Se è già ora di pranzo, il miglior ristorante in cui può capitarvi di mangiare è quello organizzato alla buona nei vari centri di pesca locali. Il menu è molto semplice, prevede panini e torte fritte, magari qualche pesce appena pescato alla griglia, ma l’atmosfera ha un sapore davvero speciale.
Dopo aver superato Ragazzola (attenzione all’attraversamento della strada provinciale) la ciclabile fa rotta su Pieveottoville che precede di tre chilometri Zibello, indiscussa capitale del culatello, il più prestigioso tra i salumi italiani. Ma Zibello merita una visita anche per la sua chiesa dedicata ai Santi Gervasio e Protasio, costruita nel 1489 in stile tardo-gotico e successivamente modificata a più riprese. L’ultimo tratto della ciclabile ci spinge all’estrema periferia della provincia parmense, quasi in territorio piacentino. Tuttavia sarebbe un peccato fermarsi a Polesine Parmense visto che, con un piccolo sforzo supplementare, si può arrivare a Busseto, terra natale di Giuseppe Verdi. Per farlo basta seguire il Percorso Verdi, un tranquillo itinerario di 17 chilometri che si sviluppa per la maggior parte strade secondarie.
IDEE PER LA SOSTA
Palazzo ducale di Colorno
È conosciuto anche come Reggia di Colorno ed è stata costruita all’inizio del XVIII secolo dal duca Francesco Farnese. È stato proprietà delle famiglie Correggio e Terzi, prima di essere restaurato da Barbara Sanseverino che lo trasformò in una corte raffinata con opere di Tiziano, Correggio, Mantegna e Raffaello.
Piaceri e delizie alla Corte di Re Culatello
Per i buongustai è un appuntamento da non perdere: si svolge intorno alla metà di novembre (purtroppo il periodo non è il massimo per una gita in bicicletta in queste zone) e richiama i migliori produttori di culatello, spalla cruda e cotta e Parmigiano Reggiano.
Villa Verdi
Sant’Agata è una piccola frazione di Busseto, destinazione finale del Percorso Verdi che inizia a Polesine Parmense. Qui si trova la villa che nel 1848 fu acquistata da Giuseppe Verdi per i propri genitori e che, invece, dopo la morte della madre nel 1851, divenne la sua residenza. Per informazioni: www.villaverdi.org